The Phantom of the Opera

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onthedarksideofme
icon2  view post Posted on 25/12/2010, 21:03




Titolo: The Phantom of the Opera
Autore: onthedarksideofme
Beta Reader: Destiny Hope Shafer
Genere: Romantico - Triste (a tratti)
Raiting: G/PG
Avvisi: Angst - Fantasy - Paranormal - AU - Twincest NOT Related -
Pairing: Bill x Tom

CITAZIONE
DISCLAIMER: Tutti i personaggi realmente esistenti non sono di mia proprietà. I personaggi e le storie originali sono di proprietà dell'autore. L'autore non ha assolutamente alcun'associazione con i proprietari, autori, prouttori o creatori di qualsiasi materiale a cui questa storia è ispirata. Non è intesa alcuna violazione di copyright. Questa storia viene qui pubblicata senza fini di lucro.


Riassunto:
And in this labyrinth
Where night is blind
The phantom of the opera is there
Inside your mind




Note: Salve a tutti ^^ Qualcuno mi conoscerà forse per Strange Love, la mia prima ff, ma in ogni caso vorrei presentarmi e presentarvi questa TWC: mi chiamo Alessandra e adoro il gruppo Finlandese "Nightwish". È stata proprio una loro canzone ( Phantom of the Opera, appunto) a darmi l' ispirazione per la scrittura di questa storia. Nonostante ciò, non so ancora quale sarà lo svolgimento preciso o come si concluderà. Spero di non fare cattiva figura, dato che tutte le storie su questo sito sono davvero fantastiche ed emozionanti.


The Phantom of the Opera



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SPOILER (click to view)
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Capitolo 1




-Ehi Tom!-
-Ehi fratello! Come butta??-
Una testa mora si voltò nella direzione dalla quale provenivano quelle voci. Si accorse di chi reclamava la sua presenza e sbuffò sonoramente cercando di sgattaiolare via fra uno studente e l’altro, per cercare di mescolarsi tra la folla. Impresa vana, dato che i due lo raggiunsero con poche falcate veloci. Puntò le sue iridi nocciola sui due scocciatori e, senza nemmeno un cenno di saluto, fece capire loro di avere la sua attenzione, ma solo per poco.
-Ti andrebbe stasera di farci un giro per locali?- disse Lucas tutto d’un fiato.
- Si dai,fumo,alcool,belle ragazze e soprattutto…sesso sfrenato!- Rincarò la dose Aaron, certo che l’ultimo argomento fosse quello esatto per convincere il ragazzo.
Il ragazzo,però,contrariamente alle aspettative di Aaron e Lucas, si voltò e riprese a camminare come se niente fosse. I due si rassegnarono e lo imitarono, dividendosi per recarsi ognuno nella propria classe. Era impossibile rientrare nelle grazie di Tom. Si, lui, Tom Kaulitz, 18 anni, era il ragazzo più popolare della scuola, sia per il suo stile che veniva stimato da tutti, sia per il suo atteggiamento strafottente. Non si poteva certo dire che non avesse ragione. Quando mise piede per la prima volta in quella sottospecie di topaia/edificio rinominato come scuola, quasi quattro anni prima, intuì come si sarebbe sviluppata la situazione e decise di troncarla sul nascere. Non voleva assolutamente essere il belloccio di turno, famoso solo per la sua reputazione di sciupa-femmine. Gli facevano schifo queste persone,ma amava il sesso occasionale, questo non poteva negarlo. Continuò a camminare tranquillamente con il suo solito passo strascicato a causa dei jeans enormi. Molti ragazzi e ragazze lo salutarono senza però ricevere una risposta di nessun tipo. Tom si limitò a sistemarsi gli occhiali da sole, che indossava quotidianamente fino all’ingresso della sua classe, e volgere lo sguardo altrove. Sinceramente non riusciva a capire perché gli studenti ci tenessero tanto a diventare suoi amici. Si era interrogato tante volte, ma non era arrivato a nessuna conclusione. Insomma, non aveva una media fantastica, fumava (e non solo sigarette), si ubriacava abbastanza spesso e soprattutto andava a letto con mezzo mondo, spezzando cuori a destra e a manca. Sorrise,quasi sadico, nel contare tutte le ragazze presenti nei dintorni, che erano già passate fra le sue mani, solo per una notte, si intende.

*

L’insegnante della prima ora, la signora Schlimann, fece il suo ingresso con qualche minuto di ritardo, facendo notare la sua presenza grazie ai tacchi slanciati che le conferivano un’aria professionale, ma nello stesso tempo affascinante. Non che a qualcuno interessasse, dato che l’intera classe non aveva mutato il proprio comportamento chiassoso e irrispettoso nei confronti di una persona adulta. Alla donna, però, sembrava non importare. Si sedete al posto che le spettava, cioè la cattedra, sistemandosi la gonna nera che a malapena le copriva metà coscia. Adele Schlimann era una donna avvenente di 37 anni, occhi chiari, capelli rossi e un fisico che avrebbe fatto invidia a molte donne della sua età. Si umettò le labbra rosse e finalmente si decise a parlare.
-Avete finito?-
L’intera classe ammutolì.
La Schlimann era conosciuta non solo come la più bella fra tutte le docenti dell‘istituto, ma anche come la più inflessibile e intransigente.
Scrutò ognuno degli alunni e si fermò quando il suo sguardo incontro quello di Tom. Si leccò le labbra con fare suadente e, come sempre, gli lanciò un’occhiata languida di desiderio che non fu ricambiata.
Innervosita, l’insegnante continuò a lanciare occhiatacce a destra e a manca finché decise di averne abbastanza.
Ma non tutti sapevano che la Schlimann fosse attratta dai ragazzini e che uno in particolare la faceva praticamente impazzire dal desiderio di essere posseduta.
Tom era stufo di quella donna. Ok, ci era andato a letto un paio di volte, ma nulla di più e lei si ostinava a propinargli la scusa dell’amore per avere un nuovo “appuntamento”. Il ragazzo era conscio che il marito della signora fosse al corrente dei numerosi tradimenti. Lui non lo conosceva, ma doveva essere sicuramente un uomo senza palle, altrimenti avrebbe agito invece di comportarsi passivamente. Scosse la testa, amareggiato dai suoi stessi pensieri. Cosa cazzo gli importava se il marito di una delle sue puttane era senza spina dorsale??
Si violentò mentalmente per seguire i vaneggiamenti dell’insegnante a proposito di un certo film che avrebbero visto il giorno seguente, durante le sue ore. Come se lui avrebbe prestato attenzione a delle stupide immagini. Decise che si sarebbe appostano nel bagno delle ragazze e avrebbe trovato la prossima preda. A volte si stupiva di se stesso per i propri pensieri. Il suo modo di trattare gli esseri femminili era del tutto folle. Usava le ragazze, non lo nascondeva, ma la maggior parte delle volte erano loro che si presentavano al suo cospetto mezze nude. Tom voleva sesso, loro volevano scoparselo. Dov’era il problema??

*

Finalmente il suono dell’ultima campanella aveva annunciato la fine delle lezioni. Tom prese lo zaino, che aveva malamente scaraventato la mattina e che ora si trovava ancora in quella stessa posizione, e si avviò verso l’uscita dell’aula. Sfortunatamente per lui, qualcuno aveva deciso che la sua permanenza a scuola non era ancora finita. Una mano smaltata di rosso si posò sulla sua spalla e lo fece voltare.
-Ci vediamo stasera? Al solito?-
Sbuffò, notando che la sua professoressa aveva diligentemente sbottonato i primi due bottoncini della camicia candida per mettere in mostra il seno. Come se fosse un ragazzino alle prime armi che si lasciava ammaliare da un paio di tette al vento. Gli veniva da ridere. Quella donna pensava di conoscerlo, di sapere i suoi punti deboli, ma la realtà era che nemmeno lui si conosceva.
Decise che fosse l’ora di mettere a tacere quella donna.
-Senta,- non sapeva perché ancora si ostentava a portarle rispetto -mi sono stufato di tutta questa storia!-
-Perché?? Non ti soddisfo abbastanza??- disse con arroganza.
Tom si forzò di non sputarle addosso tutto quello che gli passava per la mente. Sapeva che la donna era anche un tipo vendicativo e lui aveva bisogno di terminare l’anno, di diplomarsi, altrimenti il suo piano di scappare con Elizabeth sarebbe andato in fumo.
Raccolse tutta la calma che aveva in corpo e riprese a parlare.
-Non è questo il punto!-
-E allora qual è?? Io ti amo Tom, lo sai…-
A quelle parole Tom percepì il sangue salire al cervello e la rabbia si impossessò di lui, ma cercò comunque di frenarsi.
-Non credo alle sue parole, mi dispiace…-
L’espressione della donna mutò in uno sguardo triste, ma così falso che solo uno stupido non si sarebbe accorto che stesse fingendo, anche male.
-Non mi tratti come un ritardato; la sua tecnica è uguale con tutti. Si dia caso che io conosca una certa persona che è stata con lei e che avrebbe modo di ricattarla a vita.-
La signora aprì bocca come per rispondere, ma venne bloccata dalle parole dell’alunno.
-Se vuole mantenere la reputazione e la tranquillità della sua famiglia, le consiglio di non disturbarmi più. -
Detto questo si voltò lasciando l’insegnante ancora a bocca aperta, la posizione che meglio le si addiceva.
-Ah, mi saluti Kevin!-
Tom rise sadicamente. L’aveva in pugno, quella troia. Era bastata quell’ultima frase per annientarla. Sapeva quanto la donna tenesse al figlio e quindi era sicuro di averla levata di mezzo, finalmente.

*

Uscì sbattendo la porta, come se gli avesse fatto chissà quale torto. Ovviamente il cortile della scuola era vuoto, ma aveva subito notato una vecchia Audi parcheggiata vicino al cancello. Cosa ci faceva Andreas lì, soprattutto a quell’ora? Sentì puzza di guai e si decise a raggiungere la vettura a passo leggermente sostenuto. Ci mise solo pochi istanti per trovarsi seduto al posto del passeggero. Salutò svogliatamente il ragazzo platinato, attendendo i motivi della sua presenza. Sperava solo che non ci fossero problemi con la crew. In quel momento non aveva voglia di perdere tempo con qualche stupido gruppetto di bambocci che giocavano a fare gli adulti mettendosi contro di lui. Sbuffò sonoramente, segno che il silenzio del biondo lo stava innervosendo.
-Ok, se prometti di non scassare di testa ed ammazzarti per strada su quella sottospecie di trabiccolo infernale te lo dico…-
Tom corrugò le sopracciglia con aria pensosa, ma nella stesso tempo irritata.
-Chiama ancora una volta la mia moto trabiccolo infernale e uso te come asfalto! E poi cosa cazzo sarebbe successo per farmi imbestialire a tale punto?- sbraitò sull’orlo di una crisi di nervi.
Odiava tutti quei giri di parole per evitare, o meglio ritardare, qualcosa che sarebbe successa ugualmente.
Prese fiato e si preparò per urlare, ma Andreas mise le mani avanti per bloccarlo.
-Sai che mio fratello Daniel va nella stessa scuola di Elizabeth, giusto?-
Tom spalancò gli occhi e divenne terribilmente serio, abbandonando la sua aria di superiorità.
Certo che lo sapeva!
Afferrò Andreas dal collo della maglia e lo attirò a sé.
-Cosa cazzo è successo?- urlò con gli occhi spalancati all’ inverosimile.
-Sembra che oggi abbiano avuto educazione fisica insieme e che Elizabeth sia stata male. Adesso potresti mollarmi per favore, così ti spiego?-
Tom allentò la presa senza distogliere lo sguardo dagli occhi chiari dell’amico e si risistemò sul sedile.
-Credo abbia avuto tipo un calo di zuccheri, o roba del genere.- aggiunse, continuando il discorso.
-Sai che non è così…- sorrise amaramente Tom.
Andreas cercò di rassicurarlo.
-Dai, se fosse successo come l’anno scorso ti avrebbero chiamato!-
Tom rabbrividì al pensiero e i ricordi affollarono la sua mente al punto che ormai non seguiva più i discorsi dell’amico. Aprì di colpo e lo sportello e si diresse di corsa alla sua moto, lasciando Andreas sbalordito, ma non più di tanto. Si aspettava quella reazione molto tempo prima, precisamente quando aveva pronunciato il nome di sua sorella Elizabeth.

Note finali: Grazie per aver letto ^^ Se ci sono errori, di qualsiasi tipo, vi prego di informarmi ^^

PS: L' aggiornamento sarà rallentatissimo perchè devo concludere l' altra mia ff e studiare T__T Scusate in anticipo ç_ç
 
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